Attila József

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Metti la mano

Metti la mano
sulla mia fronte 
come se la tua mano 
fosse la mia mano.

Sorvegliami, come se
mi si volesse uccidere
come se la mia vita 
fosse la tua vita.

Amami, come se 
tu lo volessi
come se il mio cuore
fosse il tuo cuore.

Attila József, POESIE, traduzione di Umberto Albini, introduzione di Miklos Szabolcsi, Lerici, Milano, 1962


                                        

Gli uomini dell’avvenire

Essi saranno la mitezza e la forza.
Strapperanno la maschera di ferro
del sapere, perché sul volto l’anima
si veda. Baceranno il pane, il latte:
carezzeranno il capo dei bambini
ed estrarranno con le stesse mani
ferro ed altri metalli dalle pietre.
Formeranno città dalle montagne
ed i loro polmoni quieti e immensi
assorbiranno tempeste, uragani;
si placherà ogni oceano. Saranno
sempre in attesa d’ospite imprevisto:
anche per lui prepareranno il desco
e gli apriranno il cuore.

Siate simili ad essi, perché i vostri
piccoli, che han di giglio i piedi, il mare
di sangue che dianzi a loro giace,
possano da innocenti attraversare.


Con cuore puro (Edizioni Accademia, 1972), a cura di Umberto Albini