Charles Baudelaire

Wikipedia

Corrispondenze

La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che sono vivi,
una foresta di simboli che l’uomo
attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un’unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.

Profumi freschi come la pelle d’un bambino
vellutati come l’oboe e verdi come i prati,
altri d’una corrotta, trionfante ricchezza

che tende a propagarsi senza fine- così
l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
note: tratta da “I fiori del male” (1857), postata il 10/04/2013


                                        

A une passante

La rue assourdissante autour de moi hurlait.
Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,
Une femme passa, d’une main fastueuse
Soulevant, balançant le feston et l’ourlet;

Agile et noble, avec sa jambe de statue.
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,
Dans son oeil, ciel livide où germe l’ouragan,
La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.

Un éclair… puis la nuit! — Fugitive beauté
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité?

Ailleurs, bien loin d’ici! trop tard! jamais peut-être!
Car j’ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,
Ô toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais!

A una passante

La via assordante strepitava intorno a me.
Una donna alta, sottile, a lutto, in un dolore
immenso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l’orlo della gonna
agile e nobile con la sua gamba di statua.

Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l’uragano.

Un lampo, poi la notte! – Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell’eternità?

Altrove, assai lontano di quì! Troppo tardi! Forse mai!
Perchè ignoro dove fuggi, né tu sai dove io vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi!

note: tratta da “I fiori del male”, postata il 27/05/2012


                                        

La fine della giornata

Sotto una luce spettrale
corre, danza e si torce senza senso,
la Vita, chiassosa e impudente.
E dunque, appena all’orizzonte sale

la notte voluttuosa
acquietando ogni cosa anche la fame,
cancellando ogni cosa, pure l’onta,
il Poeta si dice: «Finalmente!

Il mio spirito, come le mie vertebre,
invoca ardentemente il riposo;
il cuore pieno di sogni funebri,

mi stenderò supino
e nelle vostre cortine
m’avvolgerò, o rinfrescanti tenebre!»

note: postata il 16/11/2013


                                        

Tenebre: Un fantasma

“Nei sotterranei di un’insondabile tristezza
Dove il destino mi ha relegato;
Dove non entra mai un raggio rosa e lieto;
Dove sto solo con la Notte, ospite tetra.

Sono come un pittore che un Dio pieno di scherno
Condanna a dipingere sulle tenebre
O come un cuoco di funebri appetiti
Faccio bollire e poi mangio il mio cuore

Ma per un attimo brilla, si alluga e si espande
Uno spettro di grazia e di splendore.
Dal suo sognante portamento orientale,

Quando raggiunge il suo culmine,
Riconosco la mia bella visitatrice:
E’ lei – nera eppure luminosa”.

note: tratta da “I fiori del male”, postata il 28/01/2013


                                        

Profumo esotico

Quando, serrati gli occhi, nella calda autunnale sera
respiro l’aroma dei tuoi teporosi seni,
guardo fluire raggianti rive
che offuscano gli ultimi fuochi di un monotono sole;

un’isola impigrita dove la natura dona
alberi senza uguali e frutti saporosi;
uomini dai corpi smilzi e vigorosi
e donne dallo sguardo così dritto che t’introna.

Guidato dal tuo aroma a un incantevole clima,
guardo una darsena ricolma di vele ed alberi
ancora spossati dall’onda dei mari,

mentre il profumo dei verdi tamarindi,
che circola nell’aria e m’imbeve le nari,
si mesce nella mia anima al canto dei marinai.

note: traduzione Giancarlo Beltrame, tratta da “I fiori del male”, postata il 2/01/2013


                                        

Tristezza della Luna

Questa sera la luna sogna più languidamente;
come una bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
prima d’addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell’azzurro come fiori in boccio.
Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d’opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole.

Tristesses de la lune

Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu’une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d’une main distraite et légère caresse
Avant de s’endormir le contour de ses seins,
Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l’azur comme des floraisons.
Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d’opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.

note: traduzione Attilio Bertolucci, tratta da “I fiori del male”, postata il 13/12/2012


                                        

Il serpente che danza

O quant’amo vedere, cara indolente,
delle tue membra belle,
come tremula stella rilucente,
luccicare la pelle!
Sulla capigliatura tua profonda
dall’acri essenze asprine,
odorosa marea vagabonda
di onde turchine,
come un bastimento che si desta
al vento antelucano
l’anima mia al salpare s’appresta
per un cielo lontano.
I tuoi occhi in cui nulla si rivela
di dolce né d’amaro
son due freddi gioielli, una miscela
d’oro e di duro acciaro.
Quando cammini cadenzatamente
bella nell’espansione,
si direbbe, al vederti, che un serpente
danzi in cima a un bastone.

Le serpent qui danse

Que j’aime voir, chère indolente,
De ton corps si beau,
Comme une étoffe vacillante,
Miroiter la peau!

Sur ta chevelure profonde
Aux âcres parfums,
Mer odorante et vagabonde
Aux flots bleus et bruns,

Comme un navire qui s’éveille
Au vent du matin,
Mon âme rêveuse appareille
Pour un ciel lointain.

Tes yeux où rien ne se révèle
De doux ni d’amer,
Sont deux bijoux froids où se mêlent
L’or avec le fer.

A te voir marcher en cadence,
Belle d’abandon,
On dirait un serpent qui danse
Au bout d’un bâton.

(…)

note:  tratta da “I fiori del male”, postata il 26/04/2012