“Quando io ho perso te
tu e io ci abbiamo perso:
io perché tu eri ciò che io più amavo
e tu perché io ero quello che ti amava di più.
Ma di noi due tu perdi più di me:
perché io potrò amare altre come amavo te
ma tu non sarai mai amata come ti amavo io”.
Tu e io abbiamo perso entrambi:
Io perché tu eri quella che amavo di più
E tu perché io ero quello che ti amava maggiormente.
Ma tra di noi, tu hai perso più di me:
Perché io potrò amare un’altra come amavo te
Ma nessuno ti potrà amare, come ti amavo io.
“Non m’importa” – Ernesto Cardenal Martinez
Il Big Bang
AL PRINCIPIO NON C’ERA NULLA
NE’ SPAZIO
NE’ TEMPO
L’universo intero concentrato
nello spazio del nucleo di un atomo,
e prima, ancora meno, molto meno di un protone,
e davvero meno ancora, un infinitamente denso punto matematico.
E fu il Big Bang.
La Grande Esplosione.
L’universo sottomesso a relazioni incerte,
il suo raggio di curvatura, indeterminato,
la sua geometria, imprecisa
con il principio di incertezza della Meccanica dei Quanti,
geometria sferica nel suo insieme ma non nei particolari,
come qualunque patata o tubero vagamente tondo,
imprecisa e inoltre mutante costantemente la propria imprecisione,
tutto si agitava pazzamente,
era l’era quantica dell’universo,
periodo in cui nulla era sicuro:
anche le ‘costanti’ della natura fluttuavano indeterminate,
cioè
vere congetture del campo del possibile.
Protoni, neutroni ed elettroni erano
completamente banali.
Si poteva proprio dire che al principio
La materia si trovava completamente disintegrata.
Tutto oscuro nel cosmo.
[…]
Nota: da Cantico Cosmico 1989, trad. Aldo Albònico