Franz Krauspenhaar

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Biondità carezzevole

Vorrei cibarmi dei tuoi abbracci
rotabili, mobili; cunei e curve
nelle mie mani prensili ed amabili.
Vorrei essere in te onda e pelo,
pelle su pelle, il biondo serico
tuo essermi; se fossi tu
con me una volta, almeno una,
di tutte le tante che potremmo,
noi saremmo vicini: un cuore
dentro l’altro, le scatole del senso
dell’esistere, del manifestarci
liberi e incatenati nel sole
d’un sentirci unici e duplici, mia
cara, in senso lato e triangolare,
e trapezoidale muoverci da dentro,
volando farfalle nello stomaco.
Un sentirci con un nome che
non dico, pudicamente salto.


                                        

Il mio amore

Il mio amore è insonne
con gli occhi sbarrati
la salmonellosi, la tenia
che risale dalle ginocchia,
la candida sulle labbra
le grandi e quelle piccole.
Il mio amore è un ladro
d’altro amore, è sincope
senza musica, è storto
come un ramo marcio.
E’ l’amore, beve a canna
e sputa dieci aspirine,
troppo poche per finirla
una buona volta, questa
farsa accesa in un tendone
dove bruciano gomme, cavi
e vecchie lettere inutili.
Il mio amore è un cappotto
di foglie secche, un quadro
luminoso nell’industria
smantellata, un girarrosto
dove bruciano polli neri.
Il mio amore è puttana,
troia e baldracca, si ciba
d’illusioni e lo fa bene, ha
le idee chiare sullo sfarsi
dei sogni, alla rada nebbia
estiva, quando fa freddo
in pochi pensieri avvolti
nella stagnola, colazione
di lunga durata, di veglia.
E’ un cuneo il mio amore,
una galleria, un traforo,
un tunnel di pasticci e cani
fusi nell’orrore, da cui esce
la nostra storia, sangue
di maionese. E così l’amore
è solo una parola, disse
il romanziere, ma non so
se è vero. Le parole, loro
mi possono uccidere, l’amore
è faro di silenzio, nella notte,
illumina ciò che non sa dire.


                                        

La caccia

Il cuore è una belva fuggitiva,
è un buco nel muro,
calce viva, spontanea rivolta;
un cuore sa vincere,
rallentare anni
di battiti in un secondo nero;
il cuore è gioia o scapito fosco
dentro al petto, serraglio
delle bestie morte,
la caccia.