Hermann Hesse

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Di fronte all’Africa

Aver casa è bello,
dolce il sonno sotto il proprio tetto,
Figli, giardino e cane. Ma ahimé,
appena ti sei riposato dall’ultimo viaggio,
già con nuove lusinghe il mondo lontano t’insegue.

Meglio è patire la nostalgia di casa
E sotto l’alto cielo esser
Col proprio struggimento, soli
Avere e riposare può soltanto
L’uomo dal cuore tranquillo,
mentre il viandante sopporta stenti e pene
con sempre delusa speranza.

Più facile invero è ogni tormento del viaggio,
più facile che trovar pace nella valle natia,
dove tra le gioie e le cure ben note
solo il saggio sa costruirsi la via.

Per me è meglio cercare e mai trovare,
che legarmi stretto a quanto mi è vicino,
perché su questa terra, anche nel bene,
sarò sempre un ospite e mai un cittadino.

traduzione di Simona Vigezzi

Gegenüber von Afrika

Heimathaben ist gut,
Süß der Schlummer unter eigenem Dach,
Kinder, Garten und Hund. Aber ach,
Kaum hast du vom letzten Wandern geruht,
Geht dir die Ferne mit neuer Verlockung nach.

Besser ist Heimweh leiden
Und unter den hohen Sternen allein
Mit seiner Sehnsucht sein.
Haben und rasten kann nur der,
Dessen Herz gelassen schlägt,
Während der Wandrer Mühsal und Reisebeschwer
In immer getäuschter Hoffnung trägt.

Leichter wahrlich ist alle Wanderqual,
Leichter als Friede finden im Heimattal,
Wo in heimischen Freuden und Sorgen Kreis
Nur der Weise sein Glück zu bauen weiß.

Mir ist besser, zu suchen und nie zu finden,
Statt mich eng und warm an das Nahe zu binden,
Denn auch im Glücke kann ich auf Erden
Doch nur ein Gast und niemals ein Bürger werden.


                                        

IO TI CHIESI

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.

 da Poesie Romantiche, a cura di B. Dal Lago Veneri , Ed. Newton Compton

LIBRI

Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
 ti rinviano a te stesso.

 Lì c’è tutto ciò di cui hai bisogno,
 sole stelle luna.
 Perché la luce che cercavi
 vive dentro di te.

 La saggezza che hai cercato
 a lungo in biblioteca
 ora brilla in ogni foglio,
 perché adesso è tua.


da “La felicità, versi e pensieri”, traduzione di N. Salomon, Oscar Mondadori

CANZONE DI VIAGGIO

Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure!
Gioia più profonda non conosco sulla terra,
che l’essere per via nell’ampia vastità.

Verso la pianura inizio il mio cammino,
sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi;
per sentire la vita della nostra terra
apro tutti i sensi in festa.

Mi mostrerà ogni giorno nuovo,
fratelli nuovi e nuovi amici,
finché senza dolore ogni forza loderò,
e di ogni stella sarò ospite e amico. 

da “La felicità, versi e pensieri”, traduzione di N. Salomon, Oscar Mondadori


                                        


SCRITTO SULLA SABBIA

Che il bello e l’incantevole 
Siano solo un soffio e un brivido,
che il magnifico entusiasmante 
amabile non duri: 
nube, fiore, bolla di sapone, 
fuoco d’artificio e riso di bambino, 
sguardo di donna nel vetro di uno specchio, 
e tante altre fantastiche cose, 
che esse appena scoperte svaniscano, 
solo il tempo di un momento 
solo un aroma, un respiro di vento, 
ahimè lo sappiamo con tristezza. 
E ciò che dura e resta fisso 
non ci è così intimamente caro: 
pietra preziosa con gelido fuoco, 
barra d’oro di pesante splendore; 
le stelle stesse, innumerabili, 
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi 
– effimeri-, non raggiungono il fondo dell’anima. 
No, il bello più profondo e degno dell’amore 
pare incline a corrompersi, 
è sempre vicino a morire, 
e la cosa più bella, le note musicali, 
che nel nascere già fuggono e trascorrono, 
sono solo soffi, correnti, fughe 
circondate d’aliti sommessi di tristezza 
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore 
si lasciano costringere, tenere; 
nota dopo nota, appena battuta 
già svanisce e se ne va. 

Così il nostro cuore è consacrato 
con fraterna fedeltà 
a tutto ciò che fugge 
e scorre, 
alla vita, 
non a ciò che è saldo e capace di durare. 
Presto ci stanca ciò che permane, 
rocce di un mondo di stelle e gioielli, 
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone 
sospinte in eterno mutare. 
Spose di un tempo, senza durata, 
per cui la rugiada su un petalo di rosa, 
per cui un battito d’ali d’uccello 
il morire di un gioco di nuvole, 
scintillio di neve, arcobaleno, 
farfalla, già volati via, 
per cui lo squillare di una risata, 
che nel passare ci sfiora appena, 
può voler dire festa o portare dolore. 
Amiamo ciò che ci somiglia, 
e comprendiamo 
ciò che il vento ha scritto 
sulla sabbia.

da “La felicità, versi e pensieri”, traduzione di N. Salomon, Oscar Mondadori